Uno dei paesi più curiosi che è possibile trovare in Andalusia è Castellar de la Frontera, nel Parco Naturale de Los Alcornocales (Cadice). Questa cittadina ha della caratteristiche molto diverse che lo rendono un posto davvero unico. Uno di questi è che è formato da tre diversi centri abitati: Castellar Viejo, La Almoraima e Nuevo Castellar.
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Indice
Alla scoperta di Castellar de la Frontera, uno dei paesi più belli di Cadice
Gli abitanti di Castellar trascorrevano le proprie giornate in una fortezza musulmana, fino a quando negli anni settanta del secolo scorso la sua popolazione decise di emigrare nella pianura circostante al proprio promontorio situato a quasi 250 metri sul livello del mare. Questa iniziativa è nata dalle scarse possibilità di espansione offerte da quel picco roccioso e dalle logiche difficoltà orografiche che comportano l’isolamento in un luogo remoto su una collina, lontano da ogni altra cosa. Nacque così Nuevo Castellar, molto più basso, a circa 8 chilometri dal precedente. Certo, molto più comodo ma senza il fascino che aveva il vecchio. La terza zona di Castellar de la Frontera è quella conosciuta come la tenuta de La Almoraima, una delle più grandi tenute in Spagna, situata ai piedi della collina, tra l’antica e la moderna Castellar.
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Cosa vedere a Castellar Vieja, una città all’interno di un castello medievale
Il vecchio Castellar sorprende il visitatore anche solo varcando l’accesso principale, ovvero la Puerta de la Villa. Una piccola città è ancora viva tra le mura di quella che fu una fortezza islamica nel XII secolo e successivamente Alcazar de los Condes de Castellar nel XV secolo. Anche se né i Mori né i Cristiani furono i primi abitanti di questa roccia. Ci sono, infatti, prove che fosse già abitato da uomini nel Paleolitico, come dimostrano numerosi dipinti rupestri nelle grotte tra le montagne vicine.
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La struttura della fortezza, a pianta irregolare, è chiaramente difensiva, con muraglie quadrate e circolari e torri laterali e angolari, che garantivano un’efficiente protezione contro l’invasore. Molte di queste mura mantengono in cima merlature e le classiche finestrelle da dove gli arcieri difendevano il sito.
All’interno della cittadella le sue strade sono strette e intricate, dipinte di bianco immacolato in cui solo le buganvillee, gli arance e i classici vasi andalusi danno un tocco di colore alle facciate. Oggi non sopravvive la comunità hippy degli anni Settanta, ma sicuramente è possibile dire che questi sono stati i precursori degli artigiani e degli artisti che danno vita alla città del castello. Un paese oggi pieno di negozi di artigianato, musica e mostre.
È veramente consigliabile salire sulla terrazza dell’hotel principale di Castellar. Le vedute dall’alto sul bacino del fiume Guadarrama sono un meraviglia. Dal lato opposto alla sierra, nelle giornate limpide si possono vedere perfettamente la Rocca di Gibilterra, Ceuta e le catene montuose africane.
Nel nucleo storico non bisogna proprio perdersi:
- Il cortile delle armi.
- La Chiesa del Divin Salvatore, ex oratorio del castello e oggi centro di diffusione culturale.
- La torre del Homenaje, era cristiana.
- I giardini del castello.
- Il balcone degli innamorati
- L’Aljibe: essenziale per possibili assedi o periodi di siccità.
Degno di note è anche il festival Flamenco che organizza la propria associazione musicale di Castellar de la Frontera.
La Almoraima, dal convento de La Merced all’hotel
Il convento di San Miguel de la Almoraima è stato costruito nel 1603. I frati hanno abitato questo fantastico luogo fino alla metà del XVII secolo, quando divenne proprietà del duca di Medinaceli, che lo trasformò in una fattoria ricreativa e di caccia. Successivamente e fino ad ora ha dato vita a un’importante industria del sughero grazie alle sue estese di querce da sughero.
Oggi è una tenuta di 14.000 ettari conosciuta come ” la última selva mediterránea”. È un posto perfetto per intraprendere sentieri tra i suoi alberi secolari, guardando l’avifauna o godendo i suoni degli animali in autunno (come il bramito del cervo). Uno dei sentieri più popolari è quello della farfalla monarca di 5,5 chilometri partendo dal ponte Jarandilla.
All’interno della costruzione spiccano le splendide vedute della sua torre, il cortile con vestigia di chiostro e la cappella. Naturalmente è super consigliato mangiare nel ristorante, piatti senza pretese ma deliziosi come il paté di quaglia o la paella con maiale iberico.
Castellar la Nueva, una boccata d’aria fresca
La moderna città di Castellar non ha nulla a che vedere con quella dei regni Taifa. È una città tranquilla, ampia e confortevole, con ampie strade, molte aree verdi e piazze con bambini che giocano. Grazie ai suoi dintorni, è una grande luogo a livello gastronomico e in qualunque dei suoi bar è possibile gustare la cucina tradizionale, con piatti di caccia classici.
Dove dormire a Castellar
Come anticipato non si può non raccomandare l’hotel nel vecchio convento de la Almoraima. L’infrastruttura è fantastica e il ristorante è da 10 e lode. Se, invece si cerca qualcosa di più economico allora sarà possibile prenotare uno tra questi hotel.
Per ulteriori informazioni su cosa vedere a Castellar de la Frontera è possibile consultare la pagina Web ufficiale o scrivermi ad alberto@andalusiaviaggioitaliano.com o compilate il seguente form: