Écija è conosciuta come la città delle 11 torri, “la ciudad del sol” o la sartén (padella) d’Andalusia, un riferimento alla conformazione morfologica che rende la città rovente nelle giornate estive. Écija, però, è molto più che un paesotto nella provincia di Siviglia. È la città punto di riferimento tra i capoluoghi di Siviglia e Córdoba (assieme a Carmona), un’importanza strategica attuale derivante dalla storia.
Gli indigeni Astigi (da cui i romani poi ricavarono il nome della città) nel IX a.C., furono i primi ad insediarsi in questa depressione. Successivamente, con l’imperatore Augusto nel 14 a.C., Ècija o Astigi ebbe un notevole sviluppo sfruttando la propria ubicazione strategica tra la Via Augusta ed il fiume Genil, affluente del Guadalquivir.
Come gran parte dell’Andalusia, anche Ècija soccombette al dominio arabo per poi essere riconquistata nel 1240 dai Re cristiani, nello specifico Fernando III. Dal XVI secolo, la città potenziò la propria importanza economica nella regione, causa principale della splendida architettura barocca del XVIII secolo.
Questo passato signorile della città offre oggi, il profilo di una città dominata da grandi torri e cupole barocche. La zona monumentale istiga il visitatore ad addentrarsi nelle vie, piazze, chiese e palazzi dall’aspetto decadente, ma che decorano uno dei centri artistici più importanti della provincia di Siviglia e d’Andalusia.
Cosa vedere a Ècija:
Tra i numerosi palazzi degni di nota di Ècija, bisogna senza’altro nominare il Palazzo Peñaflor (XVI-XVIII) che presenta una lunga e impressionante facciata affrescata. Il Palazzo Benamejí, invece, oltre ad al Museo Storico Municipale, ospita anche il centro d’informazione turistica. Decine di altri palazzi storici sono fruibili a Ècija.
Per quanto riguarda la ricchissima architettura religiosa, come dimostrano le 11 torri campanarie della città, è d’obbligo risaltare: l’impressionante Chiesa di Santa Cruz con il museo d’arte sacra, la Chiesta di Santiago del XV secolo in stile gotico-mudéjar, la Chiesa di Santa Maria costruita tra l’età barocca e neoclassica e cui campanile ricorda la Giralda di Siviglia, la Chiesa della Concepción conosciuta come “le gemelle” per la coppia di campanili, ed infine la Chiesa di San Juan che ospita il campanile barocco più emblematico della città.
Écija, nell’arco della sua storia, ha da sempre avuto grande rilevanza in Andalusia per la cultura del cavallo. Una città culla di importantissimi allevamenti e scuderie.
Dove dormire a Écija
Écija è una bellissima cittadina e turisticamente è in via di sviluppo. Poche ma alcune deliziose sono le possibilità di alloggio in questa località. Qui potrete trovare tutte le soluzione presenti a Écija. Sotto, invece, tutti gli hotel in offerta in povincia di Siviglia.
Cosa vedere a Écija (Siviglia):
- Il Palazzo Peñaflor
- Il Palazzo Benamejí
- La Chiesa di Santa Cruz
- La Chiesta di Santiago
- La Chiesa di Santa Maria
- La Chiesa della Concepción “Le gemelle”
- La Chiesa di San Juan
- Il Palazzo di Valdehermoso
- La Plaza de España
- Casa Palazzo de los Palma
Per maggiori informazioni turistiche su questa località è possibile visitare la pagina turistica di Écija. Per consigli personalizzati o per organizzare una visita non dubitate a scrivermi ad alberto@andalusiaviaggioitaliano.com
2 risposte su “Il fantastico mondo decadente delle 11 torri di Écija”
Buonasera
A fine gennaio sarò a Siviglia per una settimana. È mia intenzione fare un’escursione di una giornata a Ecija. Vi sarei grato se mi consigliaste un itinerario ottimale in modo da sfruttare a pieno le poche ore a disposizione.
Vi ringrazio anticipatamente per qualsiasi consiglio mi darete
Patrizia
Buonasera Patrizia,
Ècija è un bel paese ma non molto grande perciò non preoccuparti per il tempo a disposizione, in una giornata potrai visitarlo tranquillamente. Quello che c’è da vedere è quello che scrivo nel blog. Per avere una mappa ed avere un itinerario da seguire ti consiglio, come prima cosa, di andare all’ufficio turistico situato nel Palacio de Benamejí (Calle Elvira, 1).
Ti sconsiglio di andare un lunedí, alcuni musei e monumenti in quel giorno della settimana sono chiusi.
Rimango a disposizione,
Alberto Pala