Attraversando le campagne d’Andalusia è molto frequente imbattersi in decine e decine di edifici isolati, spesso molto grandi e ben visibili poiché il color bianco risalta tra l’ocra e il verde della superficie agricola. Gran parte di questi edifici sono Cortijos, ovvero caseggiati rurali messi a disposizione dei lavoratori degli estesi campi coltivati circostanti. Queste residenze sono paragonabili alle “corti lombarde” della pianura padana.
Cortijos in Andalusia:
I Cortijos, però, sono edifici tipici dell’Andalusia e della florida Valle del Guadalquivir (da Córdoba a Siviglia sino a Cadice), sorti sopratutto nel XVIII secolo, quando l’agricoltura in questa terra rappresentava la più importante forma di reddito per le famiglie. Nello stesso modo delle corti italiane, in questi ampi caseggiati le diverse famiglie convivevano con gli animali, instaurando anche tra le varie famiglie una piccolissima economia locale. La struttura bianca disposta attorno ad un cortile comune, normalmente disponeva di varie stanze destinate ad uso pubblico o privato, dipendendo dal grado di qualificazione del contadino.
Oggi come in gran parte dell’Occidente, il lavoro agricolo è praticato da tante macchine e da molte meno persone. I Cortijos isolati però, anche se non ospitano un gran numero di persone come in passato, risultano quasi sempre abitati da qualche famiglia che gestisce e si occupa delle coltivazioni e degli animali del proprietario terriero. Altri Cortijos, invece, hanno cambiato la propria funzione, che da agricola è passata a residenza signorile o alloggio turistico.
Molto spesso, sopratutto nei paesini di provincia, i Cortijos sono stati inglobati dall’espansione edilizia o sono stati il nucleo dalla quale è sorto il paese stesso. Stessa sorte hanno avuto i Silos, mastodontici costruzioni utilizzati per la conservazione del grano che hanno avuto grande diffusione sopratutto in epoca franchista.
Lagares e almazaras in Andalusia:
Altri edifici che è possibile incontrare nelle campagne andaluse sono i Lagares e le Almazaras. Si chiama Lagar un edificio nel quale è posta la pressa (appunto Lagar) per schiacciare principalmente l’uva (si usa anche per le olive). In questi edifici, nella forma tradizionale, veniva compressa l’uva per ricavarne il mosto che poi si lasciava riposare in enormi vasi di terracotta. Oggi, chiaramente, la trasformazione dell’uva in vino viene effettuata in degli stabilimenti molto meno isolati (vedi i vini d’Andalusia). Alcuni Lagares tradizionali però, nelle principali zone produttrici di vino (provincia di Cadice, Córdoba e Málaga) sono tuttora conservati e visitabili.
La Almazara, invece, è l’edificio dedicato alla spremitura delle olive attraverso il procedimento meccanico dei frantoi. Analogamente ai Lagares, le Almazaras di oggi sono ben più sofisticate di quelle di un tempo anche se qualche testimonianza tradizionale rimane a disposizione di visitatori e turisti nelle principali zone produttrici d’olio d’oliva (sopratutto provincia di Córdoba, Siviglia e Jaén – Vedi Olio DOP).
Per conoscere a fondo l’Andalusia è indispensabile (forse più che visitare i monumenti) immergersi nel preponderante paesaggio agricolo della regione. Un ambiente che è stato, e continua ad essere, di fondamentale importanza per l’economia di questo territorio, influenzando gran parte degli aspetti della società andalusa.
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